È ormai acclarato che avere vicino a sé i propri amici cani anche quando ci troviamo in situazioni poco piacevoli (come un ricovero in clinica, ad esempio) porta un benessere rilevante all’uomo. Ma vale lo stesso per i nostri animali?
Rumori, rotelle, urla e stampelle.
Per noi è traumatico affrontare un momento di cura che prevede di lasciare le nostre abitudini e trovarci in un mondo, come quello ospedaliero, dove sappiamo si va sì per guarire ma che è anche carico di stress emotivi e fisici di non poco conto. Vale lo stesso per un cane? Se pensate solo agli odori acri e pungenti di un carrello delle medicazioni, vi rendete conto di come già solo gli stimoli olfattivi a cui un cane venga sottoposto sono di tenore molto elevato. Aggiungete i rumori di rotelle, sedie metalliche, i bip-bip dei sensori che noi avvertiamo ma che per gli animali devono risultare acuti, persone sconosciute che schizzano da un lato all’altro delle corsie, e il quadro è fatto.
“Fai quello che vuoi, non mi dai fastidio.”
In realtà non sembra proprio così. Da questa ricerca pubblicata lo scorso anno (cliccate qui) pare che lo stress derivante da queste situazioni sia praticamente irrilevante. Se avete voglia di leggervela (è in lingua inglese, ma potete usare il traduttore simultaneo di Google) vedrete come tutti i marcatori che sono stati utilizzati per valutare lo stato di stress dell’animale erano in linea – o più bassi – di quelli che l’animale solitamente aveva. Certo, nella ricerca si parla di ‘cani da terapia’ quindi animali addestrati ad aiutarci in questi momenti non proprio piacevoli: non si è analizzato, quindi, l’effetto che un cane abituato a contesti differenti possa avere al contatto con un ambiente ospedaliero o ambulatoriale.
Sappiamo tutti che se molti dei nostri animali non hanno tutta questa grande voglia di entrare in un ambulatorio veterinario, potete immaginare cosa sia per loro stare un’ora a contatto con bambini che gliene fanno di tutti i colori.
Tuttavia, questa ricerca mi conferma quello che credo da sempre: i cani, sono geneticamente superiori a noi nel sopportare pesanti carichi di stress (oltre che di lavoro fisico, ma questo è risaputo) e siamo noi che possiamo agire in maniera da rafforzare o indebolire queste loro capacità
L’ennesima riprova che se dedichiamo ai nostri cani le dovute attenzioni, avremo degli amici non dipendenti da noi e dal nostro stato momentaneo e forti alleati del loro e del nostro benessere.