Nei canili purtroppo, si trova di tutto. Non pensate solamente a cani randagi meticci, malmessi e piuttosto bruttini (che personalmente preferisco rispetto a quelli impomatati e con pedigree chilometrici): vi trovate anche cani con natali di tutto rispetto e magari pure con progenie importanti. Il fatto è che quando l’essere umano si stufa della compagnia di un suo amico animale, importa poco la schiatta: lo prende e lo abbandona. I microchip hanno diminuito di molto questa pratica, anche molto pericolosa, oltre che crudele, ma non l’hanno eliminata.
Numeri spaventosi
I numeri sono impietosi. Una decina di anni fa si parlava di numeri spaventosi, tra i 500.000 e i 700.000 cani randagi circolavano per le nostre strade, a volte come delle vere e proprie mine vaganti per automobilisti e passanti che inavvertitamente si trovavano nei pressi di cani imbrancati alla bella e meglio e quindi ancora più pericolosi, perché incontrollabili.
C’è da immaginare che dopo pandemia e le incombenti difficoltà economiche che rendono complicato il vivere quotidiano, questi numeri abbiano subito un aumento considerevole.
Parlando di soldi…
Le cifre sono ancora più impietose e derivano dal fatto che anche non esistendo canili statali, che avrebbero costi considerevoli, l’amministrazione pubblica fa ricorso ad associazioni di volontariato che trovano spazi adeguati agli animali ma hanno pur sempre costi di gestione per pulizia e cibo che variano tra 100 e 150 euro mensili (o anche più) per ogni cane. E sono spese che paga lo Stato, quindi noi.
Il veterinario sarà un professionista di cui avrete bisogno: chiedete a lui prima di adottare un cane.
Quanto costa adottare un cane?
Nulla. Anzi. Considerato il sovraffollamento e i costi che comunque ogni amministrazione comunale deve sostenere, ci sono comuni che offrono incentivi per adottare un cane. La procedura non è semplicissima, ma dipende essenzialmente da due fattori: quanto siamo disposti a fare per garantire una vita decorosa all’animale e quanto effettivamente i nostri buoni propositi si concretizzano in realtà. Il primo fattore viene valutato durante uno o più colloqui che prendono in esame la nostra volontà di adottare un cane in rapporto alle nostre possibilità e al tempo che possiamo dedicargli. Il secondo fattore è conseguente e di solito viene lasciato ai responsabili dei canili che eguono l’attuazione dei nostri buoni propositi, anche dopo che siamo usciti dal canile con il nostro amico a quattro zampe.
Un po’ di fatica molto bene ricompensata.
Malgrado qualche inevitabile iniziale difficoltà, adottare un cane da un canile municipale, da solo grandi soddisfazioni, ammesso che si abbiano tutti i requisiti per farlo. Generalmente i cani che si trovano al canile vengono da ambienti di vita molto precari e garantire loro condizioni migliori li fa affezionare a noi. A questo si aggiunga il fatto che un meticcio è dotato di capacità e attitudini molto superiori a qualsiasi ‘purosangue’ proprio perché, in moltissimi casi, si è dovuto arrangiare in tutti i modi per sfangare la giornata. E non è affatto vero che un cucciolo si affezioni a noi di più che un buffo signorotto attempato con qualche chiletto di troppo: questi ultimi conoscono già come va il mondo e sanno che la nostra scelta non è stata dettata da un afflato estetico. Proprio per questo il nostro gesto, sarà molto più apprezzato.
A chi dovrei chiedere?
Al vostro Comune, innanzitutto. È il vostro Comune che è delegato dallo Stato ad occuparsi dei fenomeni di randagismo, Tuttavia, vi consiglierei di fare qualche domanda veloce ad un veterinario vicino casa (perché comunque di un veterinario avrete bisogno) e magari a qualcuna delle associazioni che gestiscono i vari canili sul territorio. Anche se il vostro referente principale è proprio l’amministrazione della vostra città, comunque veterinari ed associazioni sono i soggetti meglio informati perché si occupano esclusivamente del benessere degli animali a differenza di un Comune che, a sua volta, delega la questione a qualche ufficio già oberato di incombenze.